Koch: l'ecumenismo, "monastero invisibile" dove i cristiani pregano per l'unità


Nel saluto rivolto al Papa dal cardinale presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, al termine dei Vespri a San Paolo fuori le Mura, il porporato ribadisce che solo una teologia "capace di inginocchiarsi davanti al mistero” avvicinerà alla piena comunione.

“La pandemia ci colpisce tutti e ci unisce in una comunione di preghiera ancora più profonda, risvegliando in noi la nostalgia di una luce capace di rischiarare le tenebre”, ha detto il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, al termine dei Secondi Vespri della Solennità della Conversione di San Paolo, a chiusura della 55.ma Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il porporato ha voluto ringraziare il Papa per aver presieduto la celebrazione, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, nonostante le difficili condizioni causate dall’emergenza sanitaria. Poi, ricordando il tema della Settimana di preghiera “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”, scelto dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, ha rivolto un pensiero alla regione asiatica “che sta attraversando anche oggi un tempo di grande oscurità”.

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