La pandemia, opportunità per far crescere il dialogo ecumenico


 "L'ecumenismo in tempi di pandemia. Dalla crisi all'opportunità" è il titolo del documento di lavoro presentato questo pomeriggio dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani in un incontro all’Angelicum di Roma. È il risultato di un’indagine condotta nel 2021 tra tutte le Conferenze episcopali e i Sinodi orientali cattolici del mondo.

Durante i due anni della pandemia e soprattutto nel corso del 2021, l'anno a cui si riferisce questa ampia indagine, si è riscoperto un nuovo legame, una nuova solidarietà. E se è stato un periodo molto complicato per centinaia di milioni di persone, private dei legami affettivi, del contatto fisico e costrette ad adattarsi a movimenti limitati, in più di un'occasione i confinamenti si sono trasformati in opportunità. Nel documento sono riportati numerosi esempi, sia nel campo dell'ecumenismo spirituale, della preghiera comune, della preghiera online. Alcuni vescovi notano anche che mai come l'anno scorso la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani è stata tanto frequentata. "Ci sono state molte iniziative comuni, dichiarazioni comuni, azioni comuni con i governi, programmi ecumenici per aiutare tutti i diversi gruppi di persone colpite in un modo o nell'altro dalla crisi", nota padre Destivelle, citando, tra gli altri, un programma ecumenico per gli anziani e le persone isolate sviluppato in India, o per gli studenti in Olanda, due paesi dove i cattolici sono in minoranza. Tutte queste iniziative sono nate durante la pandemia e probabilmente non avrebbero mai visto la luce del giorno senza il coronavirus. Insieme, le Chiese cristiane sono anche consapevoli di avere una forza maggiore. Così si sono riunite per presentare programmi nel campo della carità, specialmente per aiutare i più poveri e vulnerabili. I cristiani hanno potuto parlare con una sola voce e hanno avuto più peso presso i governi. Hanno supplicato, esercitato pressioni e talvolta anche fatto pressioni sugli esecutivi per rispettare la libertà religiosa, che non sempre era considerata una priorità al momento del lockdown.

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