Gli ortodossi di Gerusalemme: inopportune le restrizioni proposte per i riti di Pasqua

 


Il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme ha espresso la sua opposizione contro qualsiasi restrizione volta a limitare il numero dei fedeli, all’interno e nei dintorni della Chiesa del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, il 23 aprile, Sabato Santo, giorno in cui si svolge la cerimonia del Fuoco Santo, che segna l’inizio della Veglia, e il 24 aprile, Domenica di Pasqua per le Chiese che seguono il calendario giuliano.

In una lettera, firmata dall'arcivescovo Aristarco di Costantina, indirizzata al comandante distrettuale della polizia israeliana, il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme ha respinto l’invito della polizia a limitare il numero dei fedeli, che parteciperanno alle cerimonie pasquali, a 1.700, considerando questa restrizione una violazione del diritto alla libertà di culto.

Il Patriarcato ritiene che non vi sia alcuna giustificazione per queste ulteriori "ingiuste" restrizioni alla preghiera dei fedeli nella Città Vecchia, che vanno ad aggiungersi ad altre imposte dalla polizia negli ultimi anni. Afferma, quindi, il suo esplicito, chiaro e completo rifiuto di esse, sottolineando che questa sua posizione “si basa sul diritto divino, sull’eredità e sulla storia”.

“Affermiamo il nostro forte e rinnovato impegno nei confronti del nostro diritto naturale di celebrare le nostre feste con le nostre comunità, le famiglie e di partecipare insieme alle preghiere nelle nostre chiese nella Città Vecchia di Gerusalemme, compreso il diritto fondamentale di tutte le nostre comunità di accedere alla Chiesa del Santo Sepolcro e ai suoi dintorni durante le festività pasquali, compreso il Sabato della Santa Luce”, si legge nella dichiarazione del Patriarcato. “Le nostre comunità - prosegue il comunicato - hanno esercitato liberamente questo diritto divino nel corso dei secoli e con diversi governanti, indipendentemente dalle circostanze che la Città Santa ha attraversato nella storia”.

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