Cristiani e Sikh: Promozione della solidarietà interreligiosa per il bene comune. MESSAGGIO PER IL GURU NANAK PRAKASH DIWAS, 2022

 DICASTERO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

Cristiani e Sikh: Promozione della solidarietà interreligiosa per il bene comune

MESSAGGIO PER IL GURU NANAK PRAKASH DIWAS, 2022

Città del Vaticano



Cari Amici Sikh,

il Dicastero per il Dialogo Interreligioso, conosciuto fino a poco tempo fa come Consiglio

Pontificio per il Dialogo Interreligioso, invia saluti calorosi e auguri a tutti voi, in occasione della

celebrazione dell'anniversario della nascita del vostro Maestro, Sri Guru Nanak Dev, l'8 novembre

di quest'anno. Possa questa vostra festività rafforzare i legami di amore e unità nelle vostre

famiglie, nella comunità e donarvi gioia e pace!

Come comunità globale, andiamo avanti con la speranza e il desiderio di una completa

liberazione dalle preoccupazioni legate al coronavirus, all'insorgenza quasi quotidiana di

aggressioni, tensioni e violenze in diverse parti del mondo e al diffondersi di povertà e

disuguaglianza, esclusione e marginalizzazione nella società, che continuano a minacciare la

prospettiva di una convivenza felice, pacifica e armoniosa tra le persone. La rapida crescita, tra

le masse, di assuefazione e indifferenza ai bisogni e alle sofferenze dei propri simili, oltretutto,

costituisce un ostacolo nel trovare soluzioni ai problemi che affliggono l'umanità. In questo

contesto, desideriamo condividere con voi alcune riflessioni su come noi credenti, sia Sikh che

Cristiani, possiamo promuovere la solidarietà interreligiosa, per il bene di tutti noi.

La “solidarietà” scaturisce dalla reciproca dipendenza di tutti gli esseri umani e perciò implica la

mutua responsabilità degli uni verso gli altri. Dimostra che siamo “tutti fratelli”: andando incontro

ai fratelli e alle sorelle nel bisogno, offrendo soccorso e cure, unendo le mani per una causa, ecc.

Indica la ferma e costante determinazione a impegnarsi per il bene comune; cioè per il bene di

tutti e di ogni individuo” (San Giovanni Paolo II, Enciclica “Sollicitudo Rei Socialis”, 1987, n.38).

La promozione della solidarietà, così, implica la ricerca del bene di tutti, nel rispetto della dignità

e dell'identità di tutti, indipendentemente dalle legittime differenze e assumendo (su di sè) la

responsabilità morale del benessere di tutti. Inoltre, la solidarietà come condivisione di risorse

materiali, spirituali, naturali e umane con gli altri spesso implica sacrifici, che mostrano il meglio

della nostra umanità, bontà e religiosità.

E' confortante notare che c'è una crescente sensibilità tra la gente verso l'esigenza di solidarietà,

in modo da aiutarci l'un l'altro e affrontare i problemi presenti nella società. Lo dimostra in modo

encomiabile il tipo di solidarietà umana che include la solidarietà interreligiosa, testimoniata sul

campo in tempi recenti, sia durante i disastri e le emergenze, che sui temi critici per il benessere

della società. La solidarietà in generale e le sue particolari manifestazioni, devono essere

sostenute a livello locale, nazionale e internazionale, trasformandosi in un movimento e una

cultura che favoriscono e proteggono il bene comune. La solidarietà interreligiosa, in particolare,

deve essere nutrita e rafforzata con uno spirito che “mira a costruire, più che a distruggere; a

unire, più che a dividere” (San Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace,

1987).

La promozione della solidarietà interreligiosa per il bene comune, deve seriamente iniziare dalla

famiglia, la prima e fondamentale scuola di convivenza sociale, dove i suoi membri, guidati dagli

esempi di nonni, genitori e anziani, imparano i valori che costruiscono la solidarietà all'interno

di essa, per il bene di tutti, nonostante le comprensibili differenze tra i suoi componenti. Inoltre,

l'istruzione e la formazione sono aree chiave dove si può insegnare agli studenti ad assorbire lo

spirito di solidarietà e di “unità nella diversità”, stimolandoli e incoraggiandoli a compiere gesti

ed atti di solidarietà in modo creativo, nel vicinato e nella società più ampia. Poichè il primo

messaggio che le religioni trasmettono ai loro fedeli è quello di essere brave persone e di

lavorare per il bene di tutti, la solidarietà interreligiosa può essere promossa dalle religioni e dai

leader religiosi con grande facilità e con un piccolo sforzo. La solidarietà interreligiosa è un

argomento di estrema importanza ed è la chiave per ottenere il bene comune, in tutte le epoche,

sia nel presente che in futuro.

Come credenti, con le radici nelle nostre rispettive fedi e convinzioni religiose e come persone

che condividono valori , nonché la preoccupazione per il bene della società, possiamo noi,

Cristiani e Sikh, unire le mani con le persone appartenenti ad altre tradizioni religiose e con gli

uomini di buona volontà e fare tutto ciò che possiamo, individualmente e collettivamente, con

senso di responsabilità l'uno per l'altro e per il creato, al fine di promuovere una cultura della

solidarietà interreligiosa, una cultura che, secondo Papa Francesco, vede gli altri “non come rivali

o statistiche, ma come fratelli e sorelle” (Discorso alla comunità di Varginha, Manguinhos, Rio de

Janeiro, Brasile, 25 luglio 2013)!


Vi auguriamo un felice Guru Nanak Prakash Diwas!


Prefetto Miguel A'ngel Cardinale Ayuso Guixot, MCCJ

Segretario Rev. Msgr. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage

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