Il silenzio ecumenico

 


di Massimo de Magistris

delegato Ufficio Ecumenismo e Dialogo Interreligioso

Diocesi di Albano


L'8 settembre scorso, è stata pubblicata "Sul silenzio", la prima lettera pastorale del Vescovo Domenico Pompili alla Diocesi di Verona. 

Tra i molteplici stimoli che emergono sull'importante significato da poter attribuire al silenzio, un passaggio è dedicato al "silenzio ecumenico". Lo riportiamo qui di seguito:


Il silenzio ecumenico


Spesso le religioni e le chiese non sono state in ascolto le une delle altre. Perché non hanno saputo cogliere i tempi del silenzio.

Non siamo stati educati a stare in silenzio per accogliere la voce del divino che si fa presente nelle varie tradizioni religiose. Perfino tra cristiani di diverse confessioni non è facile ascoltarsi. Il rischio di una chiesa, per così dire, di “maggioranza sociale” come la nostra può essere quello di sentirsi più importante, più in vista delle altre. Eppure: solo se ci ascolteremo ci riconosceremo e, allora, ci “riconosceranno”. Il silenzio condiviso tra le religioni può tramutarsi in una profezia dello stupore della presenza del divino nel mondo, nella natura, nella storia dell’umanità. E il silenzio ecumenico dei cristiani è la risposta alle istanze evangeliche di cui siamo diventati responsabili. Come risposta all’appello divino, può essere il luogo da cui rinascono una giustizia reciproca e un sogno di pace. Lo dice a chiare lettere papa Francesco nell’enciclica Omnes fratres: oggi, il perseguimento della pace impone un patto tra tutte le religioni.

Commenti