Dichiarazione: Il Consiglio Mondiale delle Chiese chiede un nuovo approccio al conflitto in Palestina e Israele

 


Il Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC), all’indomani della brutale violenza in cui migliaia di civili innocenti hanno perso la vita, chiede un nuovo approccio per risolvere il conflitto in Terra Santa. L’orribile situazione odierna in Israele e Palestina, che lascia così tanti morti, migliaia di feriti, molte famiglie sfollate o che vivono in rifugi e centinaia di persone tenute prigioniere e in prigione, è esattamente ciò che tutti temevamo potesse accadere.

Sono trascorsi ormai trent’anni dalla firma dell’accordo di Oslo. Nel frattempo il numero degli insediamenti è cresciuto fino ad almeno 250 con 800.000 abitanti. Invece della pace assistiamo a più violenza, sfollamenti e guerre.

La comunità internazionale deve riconoscere la necessità di un nuovo approccio con l’obiettivo finale di una giusta coesistenza. Il processo di pace ha fallito per entrambi i popoli, sia palestinesi che israeliani. Ciò che serve è un nuovo approccio che ponga la giustizia e la pari dignità umana come base per il percorso da seguire. La storia ci ha insegnato che gli accordi di sfruttamento che creano una parvenza di pace non resistono alla prova del tempo e portano a spargimenti di sangue come quelli a cui stiamo assistendo proprio ora.

I capi delle Chiese di Gerusalemme, durante l’ultimo anno circa, hanno rilasciato non meno di 12 dichiarazioni chiedendo un approccio basato sulla giustizia e avvertendo che la manomissione dello status quo religioso e storico, soprattutto a Gerusalemme, porterebbe alla violenza.

Nell'undicesima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese la famiglia ecclesiale ecumenica ha messo in guardia sulla situazione esistente tra israeliani e palestinesi. Le ingiustizie subite dalla causa palestinese dal 1948 ad oggi non sono state realmente affrontate in modo da favorire la coesistenza di entrambi i popoli come uguali nella giustizia, nella pace e nella riconciliazione. Insieme alla nostra comunità di chiese, ci siamo impegnati a studiare da vicino altre potenziali opzioni che garantirebbero una soluzione sostenibile e reale per tutte le parti che vivono e appartengono alla stessa terra tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. 

Il nostro appello è quello di fare chiarezza su un futuro costruito sulla giustizia invece che sul potere militare, in cui il diritto internazionale sia applicato in modo coerente e senza parzialità. 

Dobbiamo reimmaginare una pace sostenibile per la regione, una pace che possa resistere alla prova del tempo. Al centro di tale pace ci sono l’uguaglianza e la giustizia. Speriamo e preghiamo che la nostra chiamata venga ascoltata; e che i palestinesi, gli israeliani e l’intero Medio Oriente trovino una nuova strada verso la pace.


Rev. Prof. Dr. Jerry Pillay

Segretario generale

Consiglio Mondiale delle Chiese 

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