Festa baha'i di Ridvan ad Albano Laziale
Quest'anno, per la Festa di Ridvan, la locale comunità Baha'i di Albano Laziale, ha invitato il nostro Ufficio per condividere questo importante momento spirituale e consolidare il rapporto di fraternità che unisce le nostre tradizioni religiose sul nostro territorio diocesano.
Pubblichiamo con gioia il racconto di questa festa che abbiamo chiesto alla comunità baha'i di scrivere per il nostro sito.
di Paola Franci
Comunità Baha'i Albano Laziale
Ѐ appena terminato il tempo della celebrazione del Riɖvan (Rezvan) per i credenti bahá’í
di tutto il mondo, una celebrazione iniziata il 20 aprile scorso, in coincidenza con la
Pasqua cattolica e ortodossa e la fine di Pesach, la Pasqua ebraica. Questa congiuntura
temporale ha reso ancora più intensa la partecipazione spirituale, nella consapevolezza
che l’energia che si sprigiona in occasione di queste sacre festività possa decuplicarsi e
unire credenti di diverse tradizioni in un afflato verso il divino. La scomparsa di Sua Santità
papa Francesco ha fornito un ulteriore elemento emotivo di unione.
Il Riɖvan commemora un momento della vita del fondatore della Fede bahá’í, Bahá’u’lláh,
il Quale perseguitato nella Sua terra di origine, la Persia, fu mandato in esilio a Baghdad
nel 1853, dopo un periodo di dura prigionia a Teheran. Risiedeva ormai da dieci anni a
Baghdad, e aveva stabilito gradualmente ottimi rapporti, sia con le autorità del luogo, sia
con la popolazione locale, quando un nuovo editto lo colpì, condannandolo ad un nuovo
esilio in Costantinopoli. Egli si preparò a questa nuova fase delle Sua vita e della Sua
missione in un giardino chiamato Riɖvan, che vuol dire Paradiso. Questo giardino fu
messo a disposizione di Bahá’u’lláh da un ammiratore, per consentire alla gente di
renderGli omaggio prima di accomiatarsi da Lui. Egli trascorse nel Riɖvan dodici giorni.
La comunità locale ha celebrato in forma privata il primo giorno, il 20 aprile, mentre ha esteso
l’invito ad amici e vicini di casa in occasione del nono giorno, che commemora il momento
in cui la famiglia di Bahá’u’lláh Lo raggiunse. Una celebrazione dei bahá’í dell’area ha
avuto luogo a Velletri per commemorare il dodicesimo giorno, il 1° maggio, data in cui gli
esuli si misero in cammino verso la nuova destinazione di esilio, la grande Costantinopoli.
Cosa avvenne in quel giardino, che i bahá’í locali hanno cercato di evocare con immagini
di fiori reali e sullo schermo? Bahá’u’lláh in quella occasione rivelò il Suo stadio di
Manifestazione divina. I principi di unità di Dio, della razza umana, di unità della Religione
fecero ingresso nel percorso dell’umanità, con tutte le loro implicazioni, quali il
superamento dei pregiudizi di razza, etnia, religione e genere. Questi principi, oggi
condivisi da molti, avveniristici nel 1863, sparsero il loro profumo ideale, mescolandolo con
quello delle rose, che crescevano tutte attorno alla tenda che ospitava Bahá’u’lláh.
La celebrazione avvenuta ad Albano ha incluso un video di cui forniamo il link
https://youtu.be/VMl2m1M7nLg?si=-cu1LB_bZ64U-s_1 e la lettura di due testi, una
preghiera in cui si chiede che tutti coloro che sono alla ricerca “non siano tenuti lungi da Te
(Dio)” e non siano allontanati dalla Sua presenza e una lettura che esalta le conquiste
dell’umanità in questa era, ma esprime il rammarico che tanti occhi siano ancora chiusi e
tante orecchie sorde alle scoperte della vita dello spirito
Come nelle migliori tradizioni, la celebrazione è terminata con la condivisione di buon cibo.
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